Il Potere delle Scelte.

Quando pensi che tutto sia ordinato, determinato, arrivato, detto e accaduto, non puoi fare a meno di stupirti se succede il contrario.
La vita è un flusso che attraversa zone di discontinuità, flusso che nel suo ordinario si perde in istanti ed imprevisti.
Secondo la teoria del chaos i sistemi sono governati da leggi deterministiche, eppure, essi sono capaci di trattenere la propria dinamicità, di presentare variazioni casuali.





“Si dice che il minimo battito d'ali di una farfalla sia in grado di provocare un uragano dall'altra parte del mondo”








Siamo in continuo movimento, impreparati ad affrontare ogni ostacolo, in grado però di combattere e stringere i denti, osservatori di un mondo che cambia e ci cambia.
Siamo predisposti al mutamento, siamo la dimostrazione più pura della selezione naturale.
Sopravviviamo, eppure, a volte, vorremmo graffiare il passato, produrre uno squarcio temporale e modificare un evento.
Questo desiderio, e la successiva possibilità di metterlo in atto, sconvolge la vita di Evan Treborn, protagonista di The Butterfly Effect.


Studente in psicologia, Evan ha un'ossessione: carpire il funzionamento del sistema nervoso per riempire le falle, i buchi temporali, i vuoti di memoria che lo accompagnano dall'infanzia.
Ripercorre il proprio passato grazie ai diari che ha gelosamente conservato, ci rende partecipi della sua vita, ci presenta i traumi subiti, gli incidenti di percorso, i suoi amici e la ragazzina che non smetterà mai di amare, Kayleigh. 





Quando scopre di poter tornare indietro nel tempo, grazie alle parole impresse sulla vecchia carta, Evan decide di rivivere gli istanti più bui della sua infanzia e di correggere il passato dimenticando che un'azione è seguita necessariamente da una reazione: ogni ricordo alterato, infatti, costituisce un vissuto differente dall'originale, ogni nuova vita diviene peggiore della precedente.







Lo spettatore viene coinvolto in queste realtà catastrofiche, ed è investito dalle emozioni che il protagonista sperimenta.

L'ansia e il nervosismo pizzicano lo stomaco e mentre le immagini scorrono sullo schermo abbiamo la possibilità di avere un'epifania, una rivelazione:










La connessione tra presente e passato è troppo dura da spezzare, impossibile da interrompere e il main character arriva ad un'infausta conclusione: l'unico modo per salvare Kayleight è rinunciare al loro rapporto, sostituire ai titoli di testa quelli di coda.




Questo thriller sci-fi ci conduce su sentieri dolorosi, certezze difficili da accettare: ciò che accaduto è troppo radicato per esser estirpato, non può esser scucito e risanato perché siamo esseri complessi ed ordinati che si perdono sulla via del chaos.
La trama si posa addosso familiare, ti invade nel profondo, ti lascia l'amaro in bocca ti invita a scegliere tra l'immobilità di una non-scelta e l'incognita dettata dal movimento, dalla via intrapresa.
Eugenio D'Ors diceva: Tra due spiegazioni, scegli la più chiara. Tra due forme, la più elementare. Tra due parole, la più breve."
Meditate, gente, meditate: 









Non esiste alcuna perdita senza scelta, perché noi non siamo ciò che ci accade, ma ciò scegliamo di essere.









*Emme*

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