Dubstep, questo sconosciuto.
Zomboy ci apre un mondo, fatto di sfumature “Skrillexiane”, combinazioni di suoni in loop e melodie un po’ alla Justice e Vitalic della celebre “My friend Dario”.
Zomboy ci apre un mondo, fatto di sfumature “Skrillexiane”, combinazioni di suoni in loop e melodie un po’ alla Justice e Vitalic della celebre “My friend Dario”.
Ma chi è Zomboy?
Nato in UK con il nome di Joshua Jenkin, a soli 24 anni è stato capace di donarci pezzi del calibro di “Bad Intentions” e “Braindead” tratte dal suo ultimo EP chiamato “Reanimated”.
Zomboy - Braindead
Mai altro nome fu più azzeccato per un EP, dire che questo album rianimi è decisamente riduttivo.
Adrenalinico ed a tratti un po’ cattivo (quanto basta), questo EP ci da l’opportunità di conoscere altri aspetti del dubstep.
Nato in UK con il nome di Joshua Jenkin, a soli 24 anni è stato capace di donarci pezzi del calibro di “Bad Intentions” e “Braindead” tratte dal suo ultimo EP chiamato “Reanimated”.
Zomboy - Braindead
Mai altro nome fu più azzeccato per un EP, dire che questo album rianimi è decisamente riduttivo.
Adrenalinico ed a tratti un po’ cattivo (quanto basta), questo EP ci da l’opportunità di conoscere altri aspetti del dubstep.
Il sound di Zomboy si fa più vario ed interessante ascoltando pezzi come “Demons”, “Little Dreams” (remix dell’originale di Ellie Goulding) e “Here to stay” nel quale possiamo notare un ritmo iniziale abbastanza reggae che si fonde con il dubstep in maniera del tutto geniale.
Zomboy, come direbbero a Roma, “ce piace”.
Peace!
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