Lentamente

Lentamente ora, dovreste leggere, così come dovreste sempre, leggere.
E' difficile non lo nego, prendere tempo. Tempo. In questa vita di corsa, in queste giornate fatte da piaceri last minute, imprevisti, ritardi. E' difficile scrivere,
lentamente.
Forse ora per la prima volta dopo molto, molto tempo prendo: tempo.
Un'ordinaria giornata stancante,una serale sostituzione in cui lo studio (ahimè) soccombe ad un po' di musica, il tentativo di caricare un film (Pocahontas, che peraltro ho appena imparato a scrivere), e un po' di scrittura. Semplice.
Per non uscire comunque dal tema, o dai temi, che avevo prefissato per questo blog inserirò già da ora un brano, che ora stesso sceglierò (lentamente) e che possa farvi rilassare, e "influenzare" rispetto a questa mia richiesta di prendere il tutto con calma, almeno per un poco.
Yoga mentale, meditazione visiva, calma.
Questa sera penso che prenderò un libro, quello che mi hanno prestato, quello lì che si chima Oceano Mare,  e si dopo averlo preso lo leggerò. Avrei dovuto finirlo due settimane fa ma è stato lasciato spesso (non perché se lo meritasse) nel comodino. Non credo lo finirò comunque. Il problema è che spesso, sempre, vivo nel terrore di dover fare più cose; vivo nell'ansia di dare senso alle giornate, a pensare "ma questa giornata è stata una giornata degna d'essere chiamata tale?", a non farle passare in fretta. E così tutto vola, nulla realmente si concretizza.

Se avete deciso di spendere del tempo di qualità, ascoltate (possibilmente tutto) il brano qui di lato.
Sabbia a perdita d'occhio, tra le ultime colline e il mare – il mare – nell'aria fredda di un pomeriggio quasi passato, e benedetto dal vento che sempre soffia da nord.
La spiaggia. E il mare.
Potrebbe essere la perfezione – immagine per occhi divini – mondo che accade e basta, il muto esistere di acqua e terra, opera finita ed esatta, verità – verità – ma ancora una volta è il salvifico granello dell'uomo che inceppa il meccanismo di quel paradiso, un'inezia che basta da sola a sospendere tutto il grande apparato di inesorabile verità, una cosa da nulla, ma piantata nella sabbia, impercettibile strappo nella superficie di quella santa icona, minuscola eccezione posatasi sulla perfezione della spiaggia sterminata. A vederlo da lontano non sarebbe che un punto nero: nel nulla, il niente di un uomo e di un cavalletto da pittore.

La lentezza, fantastica. La calma, magica. Il tempo, ritmato. Meraviglioso esempio della ricerca del piacere che trova sfogo proprio nell'incipit di Oceano mare di Alessandro Baricco. Opera con cui ho una relazione molto contraddittoria in sé stessa. Amore ( senz'odio ) per questo libro fantastico, almeno fino a dove ho letto; non riesco però a pensarci in modo coinvolgente dopo. Deviazione personale probabilemente, provare emozioni lì, sul momento, ma perderle dopo poco. Un libro la cui fama non necessita sicuramente delle mie parole ma, libro il quale consiglierei, caldamente, a chi vuole avere tempo, a chi vuole degustare il tempo. Il ritmo lento delle parole, come il ritmo, lento, delle onde.


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