Perdite. Dalla Whinehouse, Blunt a film orientali.

La scelta più facile è la più difficile e viceversa. C'è una persona che lascia (che sia un rapporto sentimentale, un rapporto generale o la vita stessa), e una che viene lasciata. Facile, no? No.
Come ben sappiamo le dinamiche intrinseche a questo comportano che la situazione sia più che complessa, anzi no, si può facilmente definire...doloros (e quindi per nulla semplice). Spesso, non sempre, si soffre da entrambe le parti (si ora mi riferisco più che altro all'aspetto romantico), ma senza addentrarci in cosa accade nella mente dell'uno e cosa nella mente dell'altro, vediamo un po' ora e rapidamente i perchè.
Tu sei tornato indietro da ciò che conoscevi, così lontano da quello che abbiamo passato.

Back to Black (Amy Whinehouse) inoltre mi mette un po' di brividi. A: mi sa un pochetto di oscuro presagio, come se lei avesse cantato la sua morte , cosa che però non si evince dal testo. Sono solo  io che quando sento "I've died an hundread times...I go back to black" mi oscuro pensando alla sua morte, e a come il testo me la ricordi. B: l'ho ascoltata sul bus il giorno dei miei esami di stato, e la cosa ha decisamente segnato come colonna sonora i suoi esiti.
Il focus comunque volevo porlo sulla frase sopra citata. Sei tornato da ciò che conoscevi.
Si perché la gente fugge da ciò che ha paura, senza affrontare, e quando l'oggetto della fobia è troppo grande e forte, è difficile biasimare. Ci sono davvero quelli che fuggono dall'amare.
Non è così stupido, non è così paradossale; neanche se si vuole supporre che amare porti solo del bene. Cambia tutto, cambia la vita, cambiano i sogni. Difesa mentale forse, psicologica insomma.
Amare qualcuno ci predispone enormemente a soffrire. A non essere più noi stessi, a mischiarci l'anima.
E' spaventoso in una maniera impressionante. E quindi, si scappa.
E chi rimane lì...
Amy direbbe "My tears dry on their own"

He walks away, 
The sun goes down, 
He takes the day but I'm grown, 
And in this grey, in this blue shade 
My tears dry on their own.


Lui va via,
il sole cala,
 lui vive il giorno ma 
sono io che sono cresciuta e 
in quest'ombra grigia e triste 
le mie lacrime si asciugano da sole .


E' un tramonto per chi resta, e non può comprendere i perchè.

L'altro giorno mio cugino mi chiede di vedere con lui un film. Topless. No no, a parte il titolo, nulla di sconcio.
Un bel film, non lo definirei un' opera d'arte ma, abbastanza commuovente da dire che oltre a piangere mi ha spinto a questa riflessione su perdite, abbandoni e soprattutto, solitudine.
 La scena in questione mostra una ragazzina, che accetta di lasciare vivere felicemente la madre, che l'ha abbandonata in tenera età per una fuga d'amore.Ma a lei resta la solitudine...
Il film comunque parla d'altro e su questo ci concentreremo. Due ragazze, che in teoria si amano. Una scappa, continua a dire che ama l'altra. Ah si, però scappa. Fugge e sposa un uomo. Sposa un uomo ed ha una figlia, rivede l'altra, dice d'amarla.
Ma dico io... Capisco. Giuro. Comprendo la paura, comprendo la frustrazione nel potersi vedere non accettata nella società, non accettare se stessi, paure su paure. Ma cavolo, non venirmi a dire che ami se sai d'aver devasato una vita.
La ragazza che resta infatti, non guarirà mai. La cosa peggiore che dall'aver perso la persona amata si innescano vari pensieri e azioni "autolesioniste" (non fisiche).
Cosa ho fatto di male? E io che colpa ne ho? Perché avermi dato e aver preso tutto per poi fuggire? Piangere nonostante essere stati se stessi, non aver ferito nessuno.
 Cavolo (si lo sto ripetendo), ma la parte più triste viene dopo.
Come dicevo, essendo stata abbandonata solo per paura, la protagonista non riesce minimamente ad accettare il fatto e inizia a farsi del male, molto male. Cerca il ragazzo, futuro sposo dell'ex, si distrugge l'anima facendosi dire tutto quanto quello che è la loro intimità. Fa sesso col suo migliore amico.
Per sentirsi amata? Per capire quello che prova la sua amata? 
Lui la ama (l'amico) e quello che fa è, fuggire anche lui.
Lei ha disperatamente chiesto ad entrambi di non lasciarla, di non andare, perché li ama e perché poi sarebbe stata la fine, l'impossibilità di essere felice.
A trent'anni a quaranta a cinquanta, sarò sola? Sola? Queste le sue domande.
Come vi sentireste voi a sapere che tutto ciò che hai di più caro è stato perso? Vi ha lasciati... 
E in parte voi, cercavate solo di essere felici?
Si sta male, credetemi. Ci si disperde.

Nel titolo ho mensionato James Blunt, qui è più semplice.


Mentre sono sul bus e rifletto a questo post, al film, e ad Amy Winehouse, l'autista mette su un CD, tra i cui brani compaiono High e, la canzone per eccellenza, tra cui il titolo c'è una parole, addio. Il titolo stesso è la fine, il sigillo di ciò che accade in casi come quelli descritti.

Goodbye my Lover




Ho preso la tua anima durante la notte 
potrebbe essere finita ma non finirà lì, 
sono qui per te se solo te ne importasse 
hai toccato il mio cuore, hai toccato la mia anima 
hai cambiato la mia vita e tutti i miei obiettivi 

Goodbye my lover, addio amica mia.

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