Se una città non si adagia sull'Arte.

Se in una città non è POP(OLARE) l'Arte

Leggevo un articolo su "LaLettura n268", parla di arte contemporanea. Sono interessata, finisco e poi penso.


Ma a Taranto? Dove sono le mostre? Gallerie, festival, luoghi, eventi...writers! Beh si, anche l'arte di strada, dov'è?

Da noi l'arte, che spessore ha?
Non potrei mai mettere in dubbio che da noi non ci sia una florida fauna di artisti. In realtà ne conosco anche qualcuno, tra cui mio cugino Marco: pittore/mangaka, lui sa. Ma oh!Quanti pochi spazi ci sono per queste persone? E per noi che vogliamo vedere, sapere, forse comprare?
Anche questo ormai ricade nel barlume di speranza che ci danno le nuove generazioni, imprenditori ventenni/trentenni che in vari modi investono sugli artisti. A volte artisti che investono su loro stessi,
Quando giro per paesi e città non vedo mai cartelloni, volantini (che ne so) etc. E così neanche eventi e pagine sui social network.
Cosa significa per una città non vivere apertamente nell'arte?
"Quando la città è fiorente, emergono gli uomini più creativi- i grandi artisti e drammaturghi [...]".
La frase da cui ho preso la citazione, dal libro "Platone" per "Imparare a conoscere", si riferisce ad altro ma il frammento rende il senso che possono avere le risposte alle mie domande. Una città che non investe ( soldi, tempo, attenzione) sull'arte, classica o contemporanea, è probabilmente una città che rivela di essere in un periodo poco florido. E' dunque una città appassita? Non lo direi per certo, infondo mi sembra ci sia voglia di elevarsi, se pur su altri campi. Ma continuo a domandarmi cosa voglia significare questa mancanza e con questa la lacuna di "domanda" da parte della popolazione.
Ancora una volta non trovo le risposte ma solo forme confuse di domande.
O forse un Utopia.
Le opere sono di Tammam Azzam, artista Siriano.

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